quando è il Ramadan?

Quand’è il Ramadan?

Negli anni dell’integrazione tra razze e culture, ormai è abbastanza abituale conoscere persone che praticano il Ramadan, ovvero il digiuno religioso che dura un mese.
Colleghi di lavoro, amici, vicini di casa, il Ramadan ormai è un evento che, anche se non riguarda il nostro credo in quanto rito della religione Islamica, è un evento che ci capita indirettamente di vivere.

Quindi, quand’è il Ramadan nel 2023?
Scopriamolo assieme, oltre alle origini e alle caratteristiche di questo rito particolare.

Quand’è il Ramadan?

Il Ramadan è un periodo di digiuno religioso che dura un mese, ed ogni anno ha una data variabile. Secondo il calendario lunare islamico è il nono mese dell’anno, di 29 o 30 giorni, in base all’osservazione della luna crescente.

Nel 2023 il Ramadan inizierà Mercoledì 22 Marzo e terminerà Giovedì 20 Aprile.

Negli anni successivi invece, ecco le date di inizio e fine del Ramadan:

  • Ramadan 2023: inizia Mercoledì 22 Marzo e termina Giovedì 20 Aprile
  • Ramadan 2024: inizia Domenica 10 Marzo e termina Lunedì 8 Aprile
  • Ramadan 2025: inizia Venerdì 28 Febbraio e termina Sabato 29 Marzo

La notte del destino, inizio e fine del Ramadan

L’inizio del Ramadan coincide tipicamente con il novilunio (la luna nuova) del nono mese, secondo il calendario lunare islamico.
Tuttavia, una buona parte dei fedeli musulmani, ritengono che ci debba essere una conferma visiva della luna nuova nelle varie zone del mondo in cui si possono trovare, e pertanto è contemplato un margine di tolleranza proprio in funzione della conferma visiva del novilunio.

La notte del destino è considerata come la notte più sacra dell’anno, la notte in cui secondo i musulmani, Maometto ha ricevuto la prima rivelazione del Corano. Essendo storicamente non nota questa data, convenzionalmente la notte del destino viene fatta cadere in una delle notti di giorno dispari dell’ultima decade di Ramadan.

La fine del Ramadan viene segnata dalla Festa della Rottura, e coincide con l’inizio del nuovo mese lunare. Anche la fine del Ramadan viene valutata attraverso l’osservazione di una nuova falce di luna, che sta a decretare la nuova fase lunare e la fine della precedente, oppure in caso le cattive condizioni meteo impediscano l’osservazione della luna, si calcolano 30 giorni dopo l’inizio.

Quand’è il Ramadan in Italia?

Il Ramadan in Italia non cade sempre nello stesso periodo, perchè come abbiamo detto il Ramadan segue il calendario lunare islamico, che è di 11 giorni più corto rispetto a quello gregoriano che seguiamo in Italia, pertanto le date cambiano leggermente ogni anno.
Ogni anno il Ramadan cade sempre prima rispetto all’anno precedente. Può essere che avvenga in estate, in primavera o anche in inverno, dove le giornate sono più corte e di conseguenza anche il digiuno.
L’estate è il periodo più complicato, dato che il digiuno dura molte ore a causa delle giornate lunghe (ricordo che inizia sempre all’alba e finisce al tramonto), e le alte temperature estive tipiche, unite all’umidità e al digiuno, possono rendere le giornate molto impegnative.

Le date ufficiali di riferimento rimangono quelle riportate poco sopra, tenendo però a mente che una buona parte dei musulmani in Italia che praticano il Ramadan, potrebbero effettivamente far iniziare il Ramadan nel momento in cui hanno una conferma visiva del novilunio, in pratica ci potrebbe essere una differenza di 1-2 giorni in più o in meno rispetto alla data ufficiale riportata dal calendario lunare islamico.

quando è il Ramadan in Italia

Quand’è il Ramadan negli altri paesi?

Negli altri paesi si segue sempre lo stesso ragionamento fatto per l’Italia, quindi con date ufficiali + conferma visiva.
Tuttavia ci sono alcuni paesi in cui si possono creare delle situazioni problematiche.
Nel nostro emisfero, se abbiamo il Ramadan in primavera/estate, in certi paesi la situazione si fa critica su durata della giornata e relativo digiuno.
In Alaska in quei periodi per esempio il sole non tramonta mai, rendendo di fatto impossibile per gli islamici che vivono in Alaska di sospendere il digiuno, in Norvegia abbiamo anche 22 ore di luce, pertanto con un digiuno quasi completo.
In questo caso si tende a seguire il calendario di un altro paese, per rendere comunque la pratica fattibile e sensata.

Come funziona il Ramadan?

Durante il periodo di Ramadan, i fedeli osservano tutti i giorni un digiuno completo dall’alba al tramonto.
Ogni giorno, viene concesso un pasto prima dell’alba – chiamato suḥūr – e un pasto dopo il tramonto – chiamato ifṭār.
Il digiuno giornaliero viene rotto quindi al tramonto del sole, e sembra che la preferenza di molti musulmani sia quello di rompere il digiuno con un dattero, come faceva il profeta Maometto, oppure bevendo un bicchiere d’acqua, prima del pasto serale.

Oltre al digiuno alimentare, durante tutto il mese di Ramadan i musulmani devono astenersi dal bere alcolici, dal fumare, dal praticare attività sessuali durante il giorno.

Dal digiuno sono esentati i minorenni, i vecchi e i malati, le donne in gravidanza o che allattano. Le donne durante il ciclo mestruale e chi è in viaggio sono solo temporaneamente esentati, per evitare di gravare troppo su una condizione fisica già indebolita.

La preghiera costituisce un momento fondamentale del giorno del Ramadan, in quanto si ritene che durante il Ramadan le porte del paradiso siano aperte, e quelle dell’inferno siano chiuse e i diavoli messi in catene, pertanto l’efficacia della preghiera è ancora maggiore e più sentita.

Altre informazioni sul Ramadan sulla pagina dedicata di Wikipedia.

Ramadan o Ramadam?
Il modo corretto di riferirsi al digiuno islamico è Ramadan – con la n finale, e non Ramadam come spesso si sente pronunciare.

Il Ramadan in Italia

Grazie all’integrazione, ad oggi è molto frequente conoscere persone che praticano il Ramadan. Possono essere conoscenti, colleghi di lavoro, propri dipendenti, amici o semplici vicini di casa.
Chi vive rapporti con fedeli musulmani praticanti il Ramadan, deve comprendere che per loro è un momento – un periodo a dire il vero – molto importante e sacro, e pertanto serve una certa flessibilità mentale nell’accettare e rispettare i loro tempi e le loro usanze.
Specie nel mondo del lavoro, va tenuto conto del loro digiuno, e quindi di una diversa – se pur contenuta – resa fisica e di concentrazione durante il giorno. I fedeli musulmani praticanti sono abituati a fare il Ramadan ogni anno, pertanto questa fase incide poco o nulla sulla resa lavorativa – diciamo cosi, ma è importante conoscere le usanze dettate dal Ramadan e saperle comprendere e accettare, in quanto comunque diverse dalle nostre.

Comprendere, accettare, rispettare e mettere in condizione di favore chi pratica il Ramadan – anche e soprattutto in contesto lavorativo – è un grande gesto di maturità e di integrazione, che non può che rendere felici le persone.

 

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