La pratica di imbottigliare il vino è un rito di vecchia data, e significa trasferire il vino dalle damigiane alle bottiglie, per il successivo stoccaggio e consumo.
Ma come si imbottiglia il vino? E soprattutto, quando si imbottiglia il vino? Ci sono dei periodi particolari o si può fare sempre?
Scopriamo i segreti e le principali informazioni su questo antico rituale dell’imbottigliamento del vino.
INDICE:
Cosa significa imbottigliare il vino?
Sebbene molti consumatori ad oggi preferiscano acquistare il vino direttamente in bottiglia, nei supermercati, nei mercati del paese, nelle cantine o addirittura online, la pratica di imbottigliare il vino si rivela essere una ottima strategia di risparmio domestico in tempi economici dove risparmiare (senza rinunciare alla qualità) è sempre un’ottima cosa.
La pratica di imbottigliare il vino consiste nell’acquistare prima di tutto del vino in damigiana, in genere presso le cantine della vostra zona, considerato che in Italia ci sono moltissimi territori ricchi di vigneti e di conseguenza di cantine che lavorano e rivendono il vino anche ai privati oltre che alle aziende.
Una volta acquistata la damigiana, si effettua la procedura di imbottigliamento, ovvero si trasferisce il vino in bottiglie che poi vengono stoccate in attesa di essere consumate.
La damigiane (o fiasche) possono essere di varia dimensione, si va dai pochi litri (5-10) per un consumo molto moderato, fino ai canonici 54 litri per coloro che ne fanno un uso quotidiano, magari a pasto.
Quali vini vengono venduti in damigiana?
I vini costosi e “di marca” in genere non si trovano sfusi, ovvero in damigiana, ma vengono distribuiti in commercio dalle aziende produttrici esclusivamente nelle loro bottiglie, o package.
Non parlo solo di Champagne e grandi vini da prezzo e nomea, ma anche di vini “di uso comune” che però portano con se un brand e una specifica lavorazione che li rende particolari, e pertanto figli solo di quella specifica azienda che li produce.
In genere in damigiana vengono venduti i vini da pasto, prodotti e distribuiti direttamente dalle cantine sociali che ricevono l’uva dai viticoltori dopo le vendemmie, la lavorano e producono il vino.
Una parte di questo vino viene poi rivenduto alle aziende che lo lavorano successivamente per esempio per produrre e commercializzare il vino in cartone o altri prodotti in bottiglia, e una parte viene rivenduta direttamente al privato che lo va a prendere in cantina.
Il vantaggio principe di prendere il vino in cantina è sicuramente il prezzo, ben più contenuto rispetto ad acquistare anche lo stesso vino al supermercato, perchè viene meno tutta la filiera che va dall’imbottigliamento alla rivendita.
Altro vantaggio è la qualità e genuinità, ovvero sapere dove si compra il vino, come viene lavorato, e avere la possibilità di assaggiarlo prima dell’acquisto presso le cantine.
Quando si imbottiglia il vino?
Veniamo all’aspetto clou di questo articolo. Quando si imbottiglia il vino?
Eh già, perchè l’arte (la chiamo cosi) di imbottigliare non può sempre essere fatta a caso, ma il periodo in cui si fa può influenzare la resa del vino una volta che lo si consuma. Spieghiamolo meglio.
La credenza popolare e la tradizione attribuisce alle fasi lunari la cadenza su quando imbottigliare il vino, pur senza un valido supporto scientifico a confermare il tutto.
Imbottigliare il vino secondo le fasi lunari
Il periodo in cui si imbottiglia il vino, o meglio la fase lunare del periodo scelto, secondo i nostri nonni e padri ha la capacità di influenzare in modo netto la resa del vino una volta in bottiglia, cambiandone parecchio anche i connotati.
In particolare:
- Luna piena: momento favorevole per tutti i tipi di vino
- Ultimo quarto: periodo per vini da invecchiamento e vini dolci
- Luna nuova: non consigliabile per lavorare vini
- Primo quarto: periodo per ottenere vini più frizzanti
Suggeriamo a coloro che vogliono approcciare alla pratica di imbottigliare il vino, di tenere sempre a vista il calendario delle fasi lunari per il vino, strumento molto utile per decidere quando imbottigliare il vino per ottenere il risultato desiderato.
Per approfondimenti potete leggere il nostro articolo sulle fasi lunari.
I mesi giusti per imbottigliare
Sempre gli insegnamenti dei nostri nonni suggeriscono che i mesi migliori per imbottigliare il vino siano Marzo e Settembre, e i periodi strettamente a ridosso di essi.
A Marzo si tende ad imbottigliare il vino che poi sarà consumato verosimilmente durante l’anno, per evitare che trascorrendo troppo tempo in bottiglia, si creino spiacevoli sedimenti dello stesso.
A Settembre invece si tende ad imbottigliare il vino che può essere consumato anche l’anno successivo.
Questi due mesi hanno poi caratteristiche di clima ideali per l’imbottigliatura e la prima conservazione del vino, ne troppo caldo, ne troppo freddo, e le giuste ore di luce diurna.
In particolare, entro questi mesi, va osservata la fase lunare e va scelta una giornata possibilmente mite e asciutta.
Calendario 2024 delle fasi lunari del vino
Il calendario delle fasi lunari per l’imbottigliamento del vino deve diventare il vostro fedele compagno, per decidere quando imbottigliare il vino a seconda del risultato che volete ottenere.
Ecco il calendario lunare del vino per il 2024:
Cosa serve per imbottigliare il vino?
Imbottigliare il vino è una pratica semplice, ma occorrono alcuni strumenti per farlo nel modo giusto, e bisogna sempre usare le giuste accortezze per avere un risultato ottimale.
Vediamo ogni componente coinvolta nella filiera dell’imbottigliamento domestico, dove trovarle e come mantenerle.
Damigiane
La damigiana è il primo contenitore che accoglie il vino in cantina, per portarlo a casa. E’ rigorosamente in vetro, il materiale migliore per conservare alimenti, vino in particolare.
Alcune cantine ritirano le damigiane vuote e vi danno il vino in una nuova damigiana pulita, e questa è la casistica migliore perchè non vi dovete preoccupare di mantenerla correttamente pulita.
In genere però la damigiana la portate voi per il riempimento, ed in questo caso bisogna assicurarsi che prima sia stata correttamente lavata, pulita e conservata.
La damigiana deve essere lavata accuratamente dopo averla svuotata, per evitare che rimanga qualsiasi rimasuglio. Si può usare acqua e bicarbonato, riempire la damigiana circa per metà, e scuoterla energicamente per un ottimo lavaggio.
Poi si va scolare a collo in giù, fino a completa asciugatura.
Durante il trasporto va tenuta ben chiusa (tappo pulito e altrettanto ben lavato) per evitare contaminazioni polverose.
Dopo il riempimento in cantina, viene in genere aggiunta una pastiglia di paraffina per evitare che il vino esposto all’aria si ossidi prima dell’imbottigliamento, perdendo cosi parte del suo gusto e proprietà. La pastiglia galleggia per cui sarà facilmente removibile.
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Bottiglie
Come per le damigiane, le bottiglie rigorosamente in vetro sono la culla del vostro vino, fino al momento del consumo.
Anch’esse tra un utilizzo ed il successivo devono essere lavate accuratamente, e asciugate a scolo.
Dovete evitare qualsiasi ristagno d’acqua che possa portare alla formazione di muffe, funghi o robe simili.
Per aiutarvi nella pulizia e manutenzione delle bottiglie di vino, sono in vendita alcuni utili accessori come lo scovolino – una spazzola apposita per lavare l’interno delle bottiglie, e lo scolabottiglie che le mantiene ordinate a testa in giù per una corretta asciugatura.
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Quante bottiglie servono?
Le bottiglie hanno una capienza standard di 0.75 lt (3/4 di litro), ed è importante calcolare di avere bottiglie a sufficienza prima di iniziare a imbottigliare. Basterà dividere la capienza della damigiana per 0.75 e troverete il numero di bottiglie necessarie.
Trovarsi senza bottiglie a travaso non completo può essere un problema, perchè il vino rimasto in damigiana non si conserverà correttamente per la troppa presenza di aria nella damigiana stessa, parzialmente svuotata.
Tappi e chiusure per bottiglie di vino
Le bottiglie vanno chiuse poco dopo il travaso con degli appositi tappi e sottotappi che garantiscano la migliore tenuta possibile all’aria e alla eventuale pressione interna sviluppata dai fini frizzanti, o quelli imbottigliati nei periodi di primo quarto di luna, che tendono a diventare frizzanti durante lo stoccaggio.
I tappi migliori sono i tappi di sughero oppure i cosiddetti tappi corona.
Nel caso di uso dei tappi corona è utile aggiungere i sotto tappi (bidules), dei piccoli tappini in plastica che fungono da ulteriore isolante per l’aria e per eventuali detriti polverosi.
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Conservazione delle bottiglie vuote
Via via che consumate il vino le bottiglie vanno lavate accuratamente per rimuovere i detriti prima che si secchino e diventino poi difficili da rimuovere. Vanno riposte in un posto adatto, e possibilmente coperte con degli appositi coperchi antipolvere.
Travasatore
Si tratta di un sistema a canula che per caduta travasa appunto il vino dalla damigiana alle bottiglie. All’inizio si deve generare una pressione negativa soffiando aria da una apposita canula, per dare il via alla caduta.
Lato bottiglia, c’è un rubinetto con chiusura per fermare il flusso mentre ci si sposta da una bottiglia alla successiva.
Con il travasatore si riempie una bottiglia alla volta, ma esistono anche dei dispositivi per poter riempire contemporaneamente più bottiglie.
- Uso alimentare
Riempi bottiglie automatico
E’ un semplice accessorio composto da una vaschetta e più beccucci, per riempire più bottiglie contemporaneamente. Il vino in caduta dalla damigiana riempie la vaschetta, che grazie a beccucci presenti si distribuisce su più bottiglie.
Utile in caso di imbottigliamento di grandi quantità di vino.
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Macchina tappatrice
La macchina tappatrice è un dispositivo che aiuta nella corretta applicazione del tappo per vino scelto, sia esso di sughero, sintetico o un tappo corona.
Si posiziona il tappo nella bottiglia, e si applica pressione grazie all’uso della macchina tappatrice, che provvederà a sigillare energicamente la bottiglia garantendo l’isolamento e la tenuta.
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Come si imbottiglia il vino?
La procedura prevede l’uso di tutti i dispositivi descritti in precedenza.
Prima di tutto si parte dalla damigiana, che va aperta e va rimossa la pastiglia di paraffina presente in superficie.
La damigiana va messa in posizione rialzata rispetto alle bottiglie, per favorire il processo di travaso per caduta.
Si dispongono poi le bottiglie in prossimità della damigiana in modo ordinato, vicine per essere raggiunte dal travasatore.
NOTA: per una procedura efficace meglio essere almeno in due, cosi una persona si occupa di imbottigliare, mentre l’altra si occupa di chiudere e sigillare le bottiglie piene, mantenendo un ottimo ritmo.
Tuttavia si può tranquillamente operare anche da soli, specie per per travasi modesti.
Il travasatore, accuratamente pulito e sterilizzato, va inserito in damigiana da una parte, e con il rubinetto di uscita chiuso va creata la pressione negativa necessaria alla caduta soffiando aria dall’apposita canula, oppure con il polmone nel caso abbiate un travasatore a polmone.
A quel punto il tubo di riempie di vino e si è pronti a riempire la prima bottiglia.
Le bottiglie vanno riempite non del tutto, ma si tende a lasciare un po’ di aria dal collo della stessa in su (circa 2 cm), come tolleranza per eventuali aumenti di pressione del vino stesso durante il periodo di stoccaggio e maturazione.
Prima possibile, una volta riempita la bottiglia, è bene provvedere alla chiusura applicando il tappo di sughero con l’ausilio della macchina tappatrice.
Se si usano i tappi corona, si applica prima il sottotappo che già isola dall’aria, e poi con meno urgenza si applica il tappo corona sempre con l’ausilio della tappatrice.
Le bottiglie riempite poi vanno conservate in un luogo possibilmente fresco, asciutto e lontano da luce solare e fonti di calore.